venerdì 29 maggio 2009

Architettura sostenibile e autocostruzione

Video di qualche anno fa tratto da una puntata di Mosaico tv

martedì 26 maggio 2009

Erg: l'isola dove gli stipendi sono in Kwats

La parabola dell'isola di Erg costituisce il primo capitolo di Fuels Paradise, un saggio scientifico/divulgativo di economia dell'energia scritto dal fisico Peter Chapman. Scopo della trattazione è la messa in discussione del modello di sviluppo del Regno Unito (e più in generale delle nazioni industrializzate) a partire dall'analisi dei costi energetici di produzione delle merci e dei consumi nazionali.

Erg è un'isola del Mediterraneo la cui capitale è Joule. Prima del 1922 l'isola aveva commercio quasi esclusivamente con l'Italia. 
Nel 1922, con l'avvento di Mussolini al potere, il governo socialista di Erg ruppe tutti i rapporti commerciali e diplomatici con l'Italia e si rivolse alla Francia per forniture di combustibile e macchinari. Questi scambi si interruppero nel 1930 con la grande crisi economica delle grandi nazioni industrializzate conseguente al crollo di Wall Street. 
Dal 1930 al 1945 (fine della seconda guerra mondiale) l'isola di Erg rimase completamente tagliata fuori dal resto del mondo organizzandosi in un sistema di economia autosufficiente. Tale sistema vige ancora oggi e si chiama sistema xat. 

Il sistema xat si basa
a) su un'economia statale centralizzata per quanto riguarda le industrie principali (carbone, acciaio, agricoltura) e l'industria manufatturiera (macchinari agricoli, prodotti chimici, vetro, carta etc.);
b) su un sistema produttivo artigianale decentrato (la maggior parte dei beni di uso domestico viene prodotta dalle migliaia di isolani che lavorano in proprio);
c) sulla marcata sufficienza alimentare di ogni isolano, grazie all'orto annesso ad ogni casa.

E' previsto per ogni isolano un periodo di lavoro obbligatorio nelle industrie statali della durata di quattro anni. 
Il governo assicura a ciascuno una rendita in Kwats inversamente proporzionali alla produttività del suo orto. In questo modo viene incoraggiata doppiamente la coltivazione dell'orto domestico, sia attraverso la raccolta diretta dei frutti del lavoro sotto forma di cibo e combustibili, sia attraverso la diminuzione delle imposte. La filosofia del sistema è infatti questa: se una persona non produce abbastanza per se stessa, allora il governo ottiene attraverso le imposte un'entrata extra per supplire alla mancata produzione privata (naturalmente i lavoratori a tempo pieno dell'industria statale ricevono una rendita supplementare, comprensiva della possibilità di lavorare in proprio). In complesso quasi la metà del cibo necessario alla popolazione viene coltivato nei 120 Kmq di orti privati.
La densità di popolazione è di 1/4 di quella di una nazione europea tipo. La popolazione è stazionaria e dal 1930 il regolamento edilizio proibisce la costruzione di nuove case.

Dice un giornalista inglese che vive nell'isola: "Il contrasto tra Londra e Joule è lampante appena si sbarca dall'aereo all'aeroporto di Joule. Il principale edificio dell'aerostazione assomiglia più a un'enorme fattoria gallese che a un centro di comunicazione col resto del mondo. Costruiti in pietra, con soltanto alcune finestrelle, gli edifici sono in stridente contrasto con le strutture di vetro e cemento che ci siamo lasciati alle spalle poco tempo fa. La maggior parte dei passeggeri appena arrivati lascia l'aeroporto su taxi trainati da cavalli. Questi taxi sono usati soprattutto da visitatori, mentre gli isolani preferiscono spostarsi da un luogo all'altro in bicicletta, con tricicli e perfino con autobus a pedali. La strada che porta in città è spaziosa e mai congestionata dal traffico. Da un lato le case sono vicine alla strada mentre dall'altro, quello meridionale, vi sono ampi giardini lunghi 40 o 50 metri. La maggior parte delle case, come gli edifici dell'aeroporto, sono fatte di pietra, con un tetto singolo incatramato e solidamente ricoperto di vetro. Ma l'immagine più toccante è quella dei mulini a vento. A Joule ci sono tanti mulini a vento quante sono le antenne televisive di un quartiere londinese delle stesse dimensioni... ogni casa ha il suo mulino..."
Come ci dicono in modo trasparente il nome dell'isola e della sua capitale, nonchè l'unità di misura degli stipendi e rendite statali che è il Kwat, ci troviamo in una società la cui struttura è basata sulla logica dell'uso razionale dell'energia ( carbone, sole, vento, forza muscolare animale e umana) e delle risorse piuttosto che sul mercato. Siccome le risorse primarie disponibili sono fissate dalla dimensione dell'isola, ne consegue che la popolazione è stazionaria. 
Ecco una risposta agli attuali problemi ecologici di inquinamento ed esaurimento progressivo delle risorse mondiali.

Per quanto riguarda la struttura produttiva dell'isola va poi osservato che non esiste l'industria privata e che all'industria centralizzata di stato si affiancano le mille attività artigianali decentrate praticate dai singoli (tecnologie a piccola scala) in un sistema complessivo che si muove tra collettivismo socialista e autonomia individuale di stampo anarchico. Ecco una seconda risposta ai mali presenti: abolizione della competitività produttiva e commerciale attraverso una produzione basata sui bisogni reali della popolazione. Gli abitanti di Erg non fanno un unico mestiere per tutta la vita: lavorano solo per quattro anni a tempo pieno nelle fabbriche di stato, poi coltivano la terra e praticano una forma di attività artigianale scelta in base alle proprie inclinazioni. Ed ecco una terza risposta alla società industriale del XX secolo: riduzione al minimo del lavoro coatto e ripetitivo affinchè alla fissazione e specializzazione dei ruoli subentri il lavoro creativo.
[...]

Dal Libro di Maria Bottero: Progetto Ambiente - Maggioli Editore

domenica 24 maggio 2009

Toyo Ito e lo stadio che sfrutta il sole


Si sta parlando moltissimo, in rete, dello stadio progettato da Toyo Ito in grado di sfruttare al 100% l'energia ricavata dai pannelli fotovoltaici sulla copertura.
Questa trama di 8.800 pannelli che, unita alla forma dell'edificio, rievoca la coda di un drago, garantisce l'intero fabbisogno energetico dello stadio e lo rende anche caratteristico esteticamente.
Il governo del Taiwan ha pianificato di sfruttare l'energia prodotta dallo stadio, nei giorni in cui non è utilizzato, per soddisfare fabbisogni energetici di altre reti pubbliche, ottimizzando l'efficenza dell'intervento e riducendo gli sprechi.
Secondo le previsioni lo stadio è in grado di generare 1.14 milioni di KWh all'anno permettendo di evitare il rilascio di 660 tonnellate annue di biossido di carbonio nell'atmosfera.



Fonte Inhabitat.

venerdì 22 maggio 2009

PlantWerkz

Per tutti gli appassionati di piante, segnalo un interessante blog, in inglese, che fornisce dettagliate descrizioni di alberi con fotografie annesse.
Non aspettate di trovarvi piante comuni... Il sito preferisce indicizzare quelle più particolari
L'unico difetto è che il blog è riempito di annunci pubblicitari...

martedì 19 maggio 2009

Shipping Container Playground: Melbourne

Lo Shipping Container Playground, che ho avuto la fortuna di vedere e fotografare dal vivo, si trova a Melbourne, in Australia, ed è stato progettato dai Phooey Architects. 
Non è molto conosciuto in Italia ma è sicuramente un grandissimo esempio di architettura del riuso.
Si tratta di un parco giochi, detto Skinner Playground, realizzato completamente con oggetti/materiali riciclati, per gran parte in legno e plastica: all'interno di questo parchetto è situato un Centro per le attività dei bambini, costruito interamente con l'utilizzo di Container per navi riutilizzati per l'intero edificio.
La creatività dei Phooey Architects dimostra cosa si possa creare partendo da un oggetto con una destinazione d'uso completamente estranea al campo dell'architettura o delle costruzioni: è interessante vedere come ogni dettaglio, dal parapetto della scala ai listelli per ombreggiatura delle finestre, siano ricavati dai Container riciclati.




Per chi volesse vedere immagini da altri siti ecco qualche link:
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Land 8 Lounge


Per chi ancora non lo conoscesse, segnalo un sito davvero interessante.
Si chiama Land8Lounge ed è una sorta di Facebook per architetti paesaggisti: ci si registra e si possono inserire immagini dei propri lavori o fotografie di luoghi interessanti dal punto di vista paesaggistico.
E' ancora poco conosciuto ma ha raggiunto il primo buon traguardo di 5000 membri... non aspettate ad iscrivervi se avete bei lavori da mostrare!

domenica 17 maggio 2009

100k by Mario Cucinella

Ecco un buon progetto per chi non vede segnali di vita nell'architettura sostenibile italiana.
Mario Cucinella, architetto dal motto "More with less" (Rif. "Less is more" di Mies Van der Rohe), presenta la sua idea per degli alloggi di 100 mq, sostenibili e low cost, che potrebbero essere venduti a soli 100mila euro ciascuno.
Le caratteristiche di queste abitazioni sono l'utilizzo di energie rinnovabili e l'off-grid, termine che indirizza a zero emissioni, zero bollette e nessun allacciamento alle reti pubbliche: vale a dire completa autosufficenza e grande risparmio
La rivista Wired ha recentemente esposto un buon articolo a riguardo e nell'intervista a Cucinella si legge: 
"La mia idea è piuttosto quella di proporre una casa tipo Ikea: alto livello di design a basso costo, accessibile a tutti. Sono convinto che sia un'espressione di grande democrazia portare il design nella vita di ogni giorno. Non dobbiamo lavorare nell'esclusività." 

Le fonti naturali garantiscono la produzione di energia per ogni utenza domestica, dal riscaldamento/condizionamento all'utilizzo di acqua calda, senza produrre anidride carbonica.

Semplici soluzioni tecnologiche possono soddisfare tutti i bisogni:

Riscaldamento: 100% fotovoltaico+geotermia
Utenze domestiche: 100% fotovoltaico
Acqua calda: 50% solare termico 50% fotovoltaico+geotermia
Raffrescamento: 50% fotovoltaico+geotermia

Per quanto riguarda i sistemi costruttivi e i materiali utilizzati si può riassumere:
Strutture: c.a. prefabbricato, legno prefabbricato, acciaio
Solai: c.a. prefabbricato, legno prefabbricato, acciaio
Telai: pvc, alluminio, legno
Vetri: chiaro lowE, triplo vetro lowE, lowE+PV
Impianti: fotovoltaico, solare, turbine eoliche, pompa di calore, caldaia a biomassa, serbatoio a.c.s.

E' inoltre interessante l'utilizzo dell'elettrolizzatore come elemento portante del sistema off-grid. A riguardo, Emiliano Cecchini spiega: 

"[...] L'elettrolizzatore è un contenitore non più grande di un baule che può stare ovunque, in giardino come accanto alla lavatrice. L'elettrolizzatore scinde la molecola dell'acqua ottenendo idrogeno. L'acqua è quella piovana raccolta in una cisterna sotterranea. Nella scissione è coinvolta l'energia solare assorbita dai pannelli fotovoltaici sui tetti. [...] Essendo un gas, l'idrogeno, attiva la caldaia, il forno e i fornelli, ma può essere usato anche come elettricità, se non c'è sole nè vento e i pannelli solari e la turbina non possono produrla. In questo caso, l'idrogeno alimenta la fuell cell, un generatore che funziona attraverso un processo elettrochimico".









Lettera dal futuro

Per voi un video che, seppur per certi versi opinabile, invita comunque a riflettere.


sabato 16 maggio 2009

Manolo Benvenuti: Bioinstallazioni

Sono convinto che per creare strutture architettoniche ci si possa serenamente servire di materiali poveri o anche di soli scarti, attribuendo loro destinazioni d’uso diverse da quelle per cui sono stati concepiti. È sufficiente un po’ di fantasia ed elasticità mentale a liberarci dai modelli standard che ci vengono storicamente inculcati. (…) Il mio progetto di recuperare i rifiuti all’architettura e al design vuole rendere concreto, attraverso iniziative laboratoriali e artistiche, il concetto d’energia creativa, o meglio trasformativa. Energia che scuote la pigrizia mentale, attiva riflessioni e interventi in grado di resistere alla forza centrifuga dei messaggi omologanti e deleteri che ci assediano. (M.B.)

E' questa la politica di Manolo Benvenuti, "un giovane architetto che ama sporcarsi le mani" come si definisce lui.
Tra i suoi lavori ci sono progetti di installazioni realizzate con materiali biologici o recuperati e riciclati: l'attenzione delle sue scelte rispetta i criteri di sostenibilità a 360 gradi anche nei dettagli, dall'uso di vernici naturali come colorante, alla decisione di utilizzare specie di legno autoctono per le realizzazioni.
Ad esempio, sulla realizzazione dell' "Acchiappasogni", Benvenuti scrive:

 I materiali principalmente utilizzati per l’Acchiappasogni sono potature di alberi di castagno e vernici naturali. Le potature (nello specifico: i polloni) provengono dall’Appennino tosco-emiliano: essenze autoctone, quindi, a cui si è ricorso per ridurre gli inquinamenti da trasporto e dare impulso all’economia locale. [...]
Le vernici sono formulate con ingredienti del tutto biodegradabili, esenti da derivati petrolchimici: olio di lino cotto (senza piombo), cera d’api, aceto, terpene, ossido di zinco e di ferro, biossido di titanio. In particolare l’olio di lino cotto contribuisce ad eseguire una finitura di lunga durata che rende il legno altamente idrorepellente.
 

Alcune fotografie:








Food Cities: Dubai e Vancouver

Vancouver sta dimostrando sempre una maggior attenzione a tematiche di sostenibilità e uno degli esempi è stato il concorso conclusosi il mese scorso che ha visto spiccare il progetto dell'Harvest Tower.Il complesso è considerabile una vera e propria vertical farm con una torre nella quale è possibile coltivare frutta e verdura e allevare polli e altri spazi destinati a commercio e svago.
L'edificio caratterizzato da green roof e green walls è interessante anche per altre ricerche affini ai criteri di sostenibilità: produzione di energia grazie a pale eoliche, utilizzo di pannelli solari e fotovoltaici e un buon sistema di ricircolo dell'aria.
(Fonte Inhabitat)

Diverso è invece l'esempio di Dubai che, stando a quanto riporta Inhabitat, si avvia a costruire una 'Food City' completamente autosufficiente, off-grid (senza bisogno di connettersi per acqua, gas ed elecittricità, alle infrastrutture della città).
Il progetto è in scala notevole e si pone rivoluzionario come ormai molte delle ultime costruzioni di Dubai. 
Anche in questo caso i punti di forza sono le coperture verdi, l'utilizzo di impianti solari e fotovoltaici e un buon sistema di recupero e riuso delle acque.




venerdì 15 maggio 2009

Identificatore di piante per cellulare


Niente più problemi per tutti i paesaggisti che cercano disperatamente di identificare l'alberello sconosciuto nel parco o nell'area di progetto.
Negli States è stato da poco prodotto un software per cellulari e IPhones, finanziato dalla National Science Foundation, che consente di identificare il tipo di pianta da una semplice foto delle foglie.
Il programma è stato testato a Central Park, New York, e sembra funzionare piuttosto bene.

Tutti quelli che conoscono l'inglese e vogliono approfondire l'argomento trattato dal New York Times possono clikkare qua.